LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

LA PAGANESE VISTA DA...NOCERA: MA A CHE GIOCO GIOCHIAMO?!

14.10.2018 15:08

Ieri, al termine dell'ennesima umiliazione tecnica subita dalla Paganese, non ho potuto fare a meno di assistere ad un simpatico quanto amaro siparietto avvenuto in tribuna. Mentre guadagnavo gli spogliatoi per ascoltare il solito disco di mister Fusco ("Ho visto una buona Paganese, abbiamo i limiti, bisogna lavorare e non arriverà nessuno dal mercato")scorgo uno storico tifoso, Carmine Martigiano, trasferitosi in tribuna per la chiusura del settore distinti. Alla vista del presidente Trapani, che scendeva le scale, gli ha rivolto una simpatica metafora per fotografare l'ennesima sconfitta casalinga: "Preside' ve lo ricordate a Pepp o' scem, gli si avvicinava uno e gli dava uno schiaffo, gli si avvicinava un altro e gli dava due schiaffi, gli si avvicinava un altro e gli dava tre schiaffi... così stanno facendo quelli che giocano con la Paganese, ma vogliamo fare qualcosa?". Il presidente, sorridendo, ha allargato le braccia mimando come se volesse dire: "Questo passa il convento". Se Pepp o' scem era diventato lo zimbello del paese, la Paganese sta diventando la barzelletta del girone C della serie C. Fatta questa simpatica quanto amara premessa penso che si stia, con tutte le ragioni del mondo, offendendo la passione della tifoseria, e non di quella che ormai ha chiuso con la Paganese e con il modo di chi la gestisce. Si sta prendendo in giro il sentimento dei 500 ancora "malati" che resistono a seguire questo spettacolo a dir poco deludente. Siamo alla sesta giornata e l'andazzo l'abbiamo capito, i limiti di questa squadra ci sono e ci saranno, i miracoli come avevo chiesto e  sperato non si avvereranno quando di base non c'è materia prima o  ci s'illudeva di averla. Tra sette giorni starò a scirvere, e spero sempre di sbagliarmi con tutto l'amore che nutro per questi colori, di una Paganese sempre ultima con altre due sconfitte, sul groppone, tra Monopoli e Catania e almeno altri cinque gol subiti. Sono stato ottimista. Ha senso - ripeto - ancora tutto questo? Quale sarebbe lo scopo di continuare con queste umiliazioni tecniche? Penso che i tifosi, quelli che ancora danno fiducia pagando il biglietto e che si sono abbonati, meritino di sapere il futuro di questa programmazione fallimentare. Dalla stanza dei bottoni mi diranno che, dopodomani, gli stipendi saranno pagati regolarmente, e ci mancherebbe con tutti gli introiti che arrivano e arriveranno tra minutaggio e valorizzazioni e per quello che è costata la rosa. E' sicuramente una risorsa, un virtuosismo della società, ma che è fine a se stesso se poi in campo si diventa sparring partner delle formazioni avversarie. Alla luce di questa considerazione sarebbe ipotizzabile lasciare liberi - penso non si possa fare subito e bisogna attendere gennaio - anche i cinque-sei esperti che sono in rosa. A che serve tenere a busta paga i vari Scarpa, Cesaretti, Musacci, Galli, Della Corte, Schiavino e Piana, da cui non si ricavano gli emolumenti di minutaggio e valorizzazioni? Penso sia un controsenso dell'idea di base di questa società. Se politica dei giovani deve essere, per far quadrare i bilanci, che politica dei giovani sia. Sin dall'inizio, con un'esplicita conferenza stampa, visto che s'è voluto proseguire nonostante appelli inascoltati da gennaio scorso dall'imprenditoria locale a dare una mano all'attuale società, si avvisava la tifoseria spiegando il programma totalmente giovane e si partiva. Nessuno avrebbe osato muovere una critica. Sarebbe stato più trasparente e si monetizzava ancor di più. Tale composizione di rosa, che non può essere rinforzata nemmeno con uno svincolato tipo un difensore centrale che serve come il pane, che senso ha imbastirla con quattro cinque over che non ti cambiano la vita? 
Ieri ho notato una cosa che mi ha inorgoglito. Nel mezzo dello scempio tecnico che si vedeva in campo, sullo 0-4 i tifosi della Paganese in Curva Nord continuavano a cantare ed incitare la squadra e quelli del Catanzaro erano in silenzio. Una scena da libro cuore. Sono gli stessi che andranno martedì sera a Monopoli e sono coloro a cui bisognerebbe essere chiari e portare rispetto al di là dei bilanci, della calcolatrice e dei conti perchè il calcio è passione, emozione e voglia di partecipazione: quella che la Paganese purtroppo da alcuni anni non sta più offrendo. Parliamoci chiaro: qui si capisce il senso dei limiti che una società come la Paganese può avere, ma ritengo che si stia abusando di un "bene comune" perchè le squadre di calcio non sono esclusivamente private, sono diverse da qualsiasi altra azienda. Voglio terminare queste mie riflessioni domenicali post-scempio del sabato, con un messaggio inviatomi da un amico che dopo 40 anni ha deciso di non venire più allo stadio dopo le prime giornate: "L'umiliazione che sta subendo la Paganese rimarrà nella storia, a prescindere da una ipotetica salvezza eventualmente agguantata per demeriti altrui e non certo per meriti propri. Povera Paganese. Buona Domenica".

Peppe Nocera
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