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FOCUS - PAGANESE DALL'ATTACCO "SPUNTATO" FRA INFORTUNI E CALI FISIOLOGICI

Il tema della nostra analisi settimanale non è stato di difficile individuazione. In un frangente della stagione in cui la Paganese sembra aver perso la sua iniziale brillantezza, è inevitabile focalizzare l’attenzione sul reparto maggiormente attenzionato dai tifosi e dalla critica. Il pacchetto offensivo azzurrostellato non sta girando a mille tra intoppi fisici e limiti tecnici dei pur volenterosi giovanotti che completano la batteria a disposizione di Alessandro Erra. Dal pokerissimo di reti inflitto in rimonta al Rende alla sconfitta di misura con il Bari di domenica scorsa ne è passata di acqua sotto i ponti. La squadra, pur tra tante difficoltà di ordine numerico ed atletico, è entrata in una crisi di risultati evidente, ma non sembra alla deriva sul piano del gioco e della grinta agonistica. Nell’arco di una stagione bisogna comunque mettere in preventivo incidenti di percorso sotto forma di battute d’arresto ed infortuni che possono colpire la rosa. Erra sta avendo i suoi bei grattacapi nell’approntare un undici competitivo dalla cintola in su perché ogni settimana le tanto attese liete novelle dall’infermeria tardano ad arrivare. Non è semplice rinunciare per diverse giornate alla coppia d’attacco titolare che, almeno nelle intenzioni iniziali, doveva essere composta da Diop e Calil. I due casi vanno affrontati sotto due diverse lenti d’ingrandimento.

L’attaccante senegalese, autore di quattro centri finora, sta facendo i conti con la dea bendata che gli sta voltando le spalle da diverse settimane. Quando sembrava aver trovato la sua giusta dimensione negli schemi tattici di Erra, un malanno muscolare contro l’Avellino lo ha costretto a restare fermo ai box tra terapie e lavoro personalizzato. Il contributo di Diop nella manovra offensiva si è rivelato di fondamentale importanza e rinunciarci è stato un duro colpo per le speranze del tecnico, della società e della tifoseria. Anche nella prima frazione di Terni si sono intraviste cose buone negli ultimi sedici metri, salvo il crollo della ripresa sotto i colpi di un doppio svantaggio e della conseguente mazzata psicologica. Di Calil finora abbiamo visto poche tracce, legate quasi esclusivamente alla rete del tris nel derby con l’Avellino. Che si dovesse fare i conti con un elemento da recuperare gradualmente dal punto di vista fisico era cosa nota a tutti. Preoccupa però questa sua convivenza forzata con infortuni che ne stanno minando la condizione e fiaccano il morale dell’atleta il cui curriculum non è stato mai messo in discussione. Oggi il brasiliano rappresenta una sorta di scommessa, così come è stato per Reginaldo qualche stagione fa. La situazione di Calil va monitorata fino alla sosta natalizia quando la società farà le sue opportune valutazioni sui correttivi da apportare alla rosa.

Questi inconvenienti delle ultime giornate si sono acuiti poi con la crisi di risultati che ha fatto scivolare la Paganese a ridosso dei playout. A bersaglio sono andati infatti i difensori Panariello e Schiavino nel pareggio con la Vibonese mentre in prima linea le polveri restano bagnate. Gettare la croce addosso ai giovani attaccanti della rosa è fin troppo facile. Attendersi che gli under Musso, Guadagni ed Alberti potessero sopperire al meglio alle defezioni dei più esperti compagni di squadra sarebbe stato un azzardo solo a pensarlo. I virgulti dell’attacco azzurrostellato vivono ugualmente le difficoltà del momento pur sacrificandosi per il collettivo. I limiti tecnici e, talvolta anche caratteriali, sono palesi ma una società come la Paganese che punta alla salvezza non può permettersi il lusso di avere in rosa attaccanti di pari livello dei potenziali titolari. In caso contrario l’obiettivo di classifica sarebbe stato sostanzialmente diverso. Va anche rimarcato che, se l’attacco non riesce a pungere come si deve perché di occasioni da rete nell’ultimo periodo se ne contano pochissime, dietro c’è un gioco corale che funziona a singhiozzo tra calciatori che stanno tirando la carretta da tempo e soluzioni tattiche ristrette per carenze di organico che il patron Trapani intende colmare alla riapertura del mercato. Sugli esterni di cross per le punte non ne arrivano molti mentre in mediana sta mancando l’apporto di un calciatore come Caccetta che sta deludendo le attese iniziali.

Insomma è un periodaccio per la Paganese che cerca di aggrapparsi con tutte le forze alla grinta, che onestamente non manca mai tranne in rare circostanze, ed alle poche certezze che attualmente sono nella disponibilità di Erra. Manca equilibrio di squadra e di giudizio da parte di chi segue le vicende degli azzurrostellati. A tal proposito chiudo ricordando un aneddoto, condiviso con gli amici di trasferta di Viterbo, e che fotografa alla perfezione lo stato d’animo della tifoseria. In occasione della prima giornata di campionato Alberti, che sembra essere diventato ingiustamente il capro espiatorio della Paganese sterile in attacco, aveva fatto ben poco nella prima frazione contro i gialloblu laziali da finire subito nel tunnel delle critiche. Bastò il guizzo del momentaneo pareggio per riportarlo in auge. Oggi vive un momento di appannamento e ne soffre l’intera squadra. Crocifiggendolo alla prima occasione utile non gli porta giovamento, in attesa di rivedere una Paganese al completo. Quando tutto ciò è stato possibile è stato calcio vero contro ogni avversario, piccola o corazzata che sia.

Francesco Pepe
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