LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA: L'ORGOGLIO NON FA CLASSIFICA, SERVE ALTRO

22.10.2018 11:08

Nulla di nuovo all'ombra del Marcello Torre dove passeggia, soprattutto nel primo tempo, anche il Catania. Ad un certo punto un amico al mio fianco, seduto in tribuna, mi dice: "Sembra la partitella che si faceva una volta il giovedi quando la prima squadra affrontava i ragazzini della primavera". Amara constatazione alla luce dell'avvio shock dei baldi giovani capitanati da Scarpa, uno dei pochi a suonare la carica tra lo sbandamento generale. Avvilente l'avvio che portava dopo appena quattordici secondi il Catania già in vantaggio: gli etnei dopo un quarto d'ora erano già sulllo zero a tre. Cercare di interpretare lo stato di sconforto che ho vissuto in quella fase è difficile, uno stato d'impotenza che aumentava ogni volta che il Catania si proiettava in avanti. Allora mi sono spostato dal mio posto per salutare il tecnico Capuano presente in tribuna, mentre i giovanotti in casacca azzurra girovagavano in campo come trottole in balia della formazione siciliana. Eravamo all'inizio del secondo tempo, con la Paganese che aveva accorciato le distanze con Parigi e Capuano mi diceva come nel calcio tutto può cambiare. Nel frattempo la Paganese cresceva: tiro di Nacci, conclusione di Scarpa, poi la prodezza su punizione del capitano, una premonizione dell'ex tecnico azzurro, che riaccende, quasi inaspettatamente, la contesa. Poi Parigi sbaglia l'impossibile come a Potenza e allora si capisce che è stata solo una fiammata d'orgoglio, seppur volenterosa, di una squadra che è vittima dei suoi limiti tecnici e mentali.
Si archivia un'altra giornata di campionato con solo un punticino a fronte di 6 sconfitte ed un pareggio, con l'ennesima quaterna sul groppone e le reti salgono a 22 subite, in 7 partite, con 6 gol all'attivo. Dopo l'avvilente primo tempo però, come dicevamo, la Paganese ha trovato la forza di riaprirla e di meritare di pareggiarla, però Parigi è specializzato in gol difficili fallendo quelli da due passi e così resta il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. La fiammata d'orgoglio non cancella nulla dello scempio di campionato che sta disputando una squadra troppo fragile ed inesperta. L'imbarazzante avvio non aveva uguali nella storia recente di questa società. Una società che continua a trincerarsi dietro ad un silenzio assordante, a cui ha fatto seguito anche quello dei calciatori che continuano a disertare i  microfoni. Metterci la faccia anche nelle socnfitte, soprattutto quando si perde, fa crescere; troppo facile farlo quando le cose vanno bene. Da buoni cronisti rileviamo ed annotiamo. Restano le sconfitte in serie, tre consecutive, dopo l'illusorio pareggio di Potenza, con reti degli avversari che si abbattono come grandine sulla Paganese.
Intanto un'altra speranza, a cui era aggrappata la società in merito alle posizioni sanzionabili riguardo alle fidejussioni di Matera e Reggina, è crollata dopo che il TFN ne ha accolto i ricorsi, ed ora solo Gravina potrebbe appellarsi. Non so a questo punto a quale strategia o miracolo si stia pensando nella sala dei bottoni di via Filletine, sperando in qualche disgrazia altrui, o confidando nella futura elezione del nuovo presidente Federale, a qualche blocco delle retrocessioni, alla radiazione o alle penalizzazioni di altre squadre. C'è ancora un ultimo alibi: "Non abbiamo mai avuto la squadra al completo". Speriamo che al più presto tutti svuotino l'infermeria e che Fusco, con tutti a disposizione, faccia vedere il vero volto della Paganese. Noi lo stiamo ancora aspettando, come la chiarezza sul futuro della Paganese da parte del presidente Trapani al quale nessuno ha imposto di continuare a fare calcio, soprattutto in questo modo. E volendolo sottolineare in modo più esplicito traggo spunto dallo striscione esposto in CURVA NORD: "A NESSUNO FACCIAMO LA MORALE, MA UNO SPETTACOLO COSI' PENOSO NON MERITA IL SILENZIO GENERALE".

Peppe Nocera
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